Restare insieme per i figli è davvero il male minore?
È un'espressione piuttosto comune tra le
coppie in crisi, su cui aleggia la possibilità della separazione: «Restiamo
insieme soltanto per il bene dei nostri figli».
È opinione diffusa, infatti, credere di
poter preservare il benessere psicologico dei figli di un matrimonio in crisi,
resistendo alla tentazione di porvi fine, attraverso la separazione, mettendo,
cioè, un punto alla situazione che, di fatto, provoca il malessere dei
genitori.
Ma davvero il male minore per i pargoli è
restare formalmente insieme?
È innegabile che il divorzio abbia delle
conseguenze angoscianti nei bambini, essendo un avvenimento che scatena un
cambiamento radicale nella loro vita. Le conseguenze negative sembrerebbero più
marcate nella media infanzia, piuttosto che nell'età prescolare o in
adolescenza. Tuttavia, i bambini si abituano gradualmente, a questo come ad
altri cambiamenti, nel giro di due o tre anni.
Naturalmente ogni bambino è diverso
dall'altro, per cui non esiste una regola né è possibile prevedere con certezza
la reazione di tutti.
Influisce sulle conseguenze del divorzio,
poi, anche il tipo di situazione che ne consegue, come la continuità del
rapporto con il genitore non affidatario, la condizione economica della nuova
famiglia, eventuali trasferimenti da un luogo ad un altro, il nuovo partner del
genitore, ecc.
Tuttavia, non meno importante è la
situazione che precede la separazione della coppia. Infatti, gli studiosi
concordano nell’affermare che, tra i fattori che concorrono a determinare
conseguenze negative del divorzio sulla vita di un bambino, abbia un peso molto
rilevante l'essere esposti ai conflitti tra i genitori.
In altre parole, bambini che vivono in
famiglie separate (quindi con uno solo dei genitori) risultano più adattabili
di bambini che vivono con genitori che condividono lo stesso tetto ma litigano
continuamente ed i cui rapporti si riducono a costanti contrasti. Inoltre, in
quest'ultimo caso, i bambini manifestano con maggiore probabilità problemi
comportamentali.
Insomma, le scelte vengono realmente fatte in funzione dei figli quando rispondono ad un imperativo: la loro serenità, che spesso va di pari passi con la serenità dei genitori.
Bambini che vivono in un clima di serenità sono con maggiore probabilità bambini sereni.
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