Bello e impossibile?





Alcune piacevoli coincidenze mi hanno indotto a cimentarmi in questo - probabilmente - noioso post.
Come l’immagine lascia inferire, l’argomento è Benedict Cumberbatch. E se non avete voglia di leggere, potete sempre ammirare la foto!

Qualche settimana fa, mio marito è tornato a casa con le prime tre stagioni di Sherlock. Mi ha invitato, entusiasta, a vederlo insieme. Pur dissimulando, ero in realtà molto scettica, visti i nostri gusti per certi aspetti diversi. Tuttavia, liberandomi dai pregiudizi, mi sono lasciata trascinare, ed è bastato il primo episodio per farmi appassionare alle vicende del “geniaccio” – come viene spesso definito dai personaggi che popolano la serie – e del suo fedele collaboratore, il dr. Watson.

Qualche giorno dopo, in edicola mi sono imbattuta in una accattivante copertina raffigurante proprio Cumberbatch, in posa da grande seduttore e, devo ammettere, leggermente diverso da come appare nei panni di Sherlock Holmes. Incuriosita - ed interpretando, lo ammetto, pure coincidenze come strani segni del destino accuratamente mascherati - ho acquistato la rivista. Insieme alle pagine, si è dischiuso un mondo per me sconosciuto (sarò, in realtà, un'abitante di Giove?): imperverserebbe, in tutto il mondo, una dilagante Cumberbatch-mania. Ho scoperto la presenza ormai consolidata di Cumberbatch sul piccolo e sul grande schermo e mi sono sorpresa a sorridere di fronte alle sfacciate ammissioni di qualcuna che ravviva le giornate tristi immaginando Benedict, a torso nudo, intento a fare colazione gustando lentamente frittelle alla mela.

Certo, fisicamente non sembra male, questo Cumberbatch. Longilineo e slanciato nel cappotto scuro col bavero all’insù di Sherlock Holmes, in copertina mostra il bicipite contratto. 
I riccioli scuri, domati in onde disciplinate nella serie, sono pettinati in modo meno “teatrale” nella foto. 
Occhi di un azzurro chiaro e agghiacciante, penetranti nelle brillanti intuizioni del detective, sono fissi verso l’obiettivo in copertina ed appaiono, in quest’ultimo caso, meno distanti tra loro, nell’armonia del volto. Anche gli zigomi sembrano meno alti e pronunciati di come ricordavo. La mandibola meno sporgente. 
Va bene, Photoshop farà anche miracoli; è innegabile, però, l’esistenza di “Cumberbitches”, “Cumberbabes”, e folle di donne impazzite disseminate in tutto il globo, anche a Katmandu. 
Bravo attore, uomo affascinante e marito esemplare: così viene descritto nell’articolo. Leggendo, ho come l'impressione che chi scrive, pur tentando di rimanere almeno apparentemente imparziale, sia vittima dello stesso effetto che Benedict ha su molte donne e, alla fine dell'articolo, apprendo, sorpresa, che al di là di quelle righe, in realtà, c’è la penna di un uomo.

Per quanto la bellezza sia una qualità che, a mio parere, viene attribuita in modo molto soggettivo, non stiamo parlando di Brad Pitt o di Raoul Bova (cito alcuni dei personaggi che hanno un largo seguito e che possiedono, a parità di caratteristiche fisiche, lineamenti del volto molto più armoniosi di Cumberbatch). 

Dunque, da dove origina questa magia incantatrice?

Sono i personaggi che interpreta che lo rendono così appetitoso? Certo, se ci riferiamo a Sherlock... il “sociopatico iperattivo”, come egli stesso si definisce in un episodio, ci lascia davvero a bocca aperta. Le sue capacità deduttive sono straordinarie e velocissime, tanto da farlo apparire come un mago. Ammalia l'uomo che con una rapida occhiata riesce a comprendere le caratteristiche salienti della persona che ha di fronte, basando le sue valutazioni sulle leggi dell’inferenza (e non di certo su capacità veggenti sovrannaturali). 

Non sarà, forse, questa brillante intelligenza che attrae le donne? Il bello, nell'immaginario comune, non è mai stato valutato come più di tanto intelligente. Ergo, il non bellissimo potrebbe con più probabilità essere percepito come intelligente. Naturalmente, sono soltanto mie supposizioni, quelle appena esposte.
E perché l'intelligenza sarebbe una qualità che rende un uomo tanto attraente?
 
Adoro teorizzare. Nei secoli indietro, come accade ancora oggi per altre specie animali, ciò che faceva di un uomo un perfetto candidato per la procreazione erano la bellezza e la forza. Bellezza = indice di salute fisica; Forza = più probabilità di sopravvivere
Mi piace supporre che oggi le leggi della conservazione della specie si siano evolute con l’evoluzione della società e che, probabilmente, l’intelligenza, intesa come capacità dell’individuo di adattarsi all’ambiente, potrebbe avere un peso superiore rispetto alla bellezza o alla forza. Tutto sommato non dobbiamo combattere con le bestie feroci, uscire a caccia o fare la lotta per avere la supremazia su una tribù. Ma dobbiamo sapere utilizzare i mezzi a nostra disposizione per poter figurativamente combattere nella giungla occidentale, fatta di denaro, potere, successo. 

Cumberbatch, deduco che tu possa essere un ottimo candidato a tal fine. 

I gusti cambiano... non più bello e impossibile, ma intelligente e impossibile!

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