'Un dramma borghese' di Guido Morselli


 
[...] Ma ho disturbato tre o quattro signore precocemente impellicciate curve su una vetrinetta, annaspanti fra pile di bigné e di cannoni alla crema. Succhiano, inghiottono con eucaristica compunzione, a occhi socchiusi. Soffuse di una puerile felicità direi invidiabile, che si smentisce quando le vedo tornare ai tavolini rosse in faccia, chiudendo nei fazzoletti le bocche impiastricciate, ultimo riflesso di quella felicità, e m'accorgo che si sorvegliano a vicenda, che mi sogguardano in sospetto. Io assaporo un caffè doppio, delizioso, le osservo e capisco di essermi imbattuto in uno dei tanti 'complessi' di un popolo che si fa credere semplice, la coscienza peccaminosa delle voluttà dolciarie, tipica dei miei connazionali: mi guardo bene da attingere a mia volta nella vetrine dei bignè. Per un uomo, mangiare i dolci in pubblico significa, in Italia, confessione di poca serietà, e di almeno vacillante virilità.

E' questa la ricca, ricercata, elaborata prosa che si snoda lungo tutto il romanzo. A distanza di qualche anno, infatti, mi domando: "Ma come ho fatto a leggerlo?". Si tratta infatti di una lettura assai impegnativa; tuttavia, è certamente anche la peculiarità dello stile narrativo a rendere le pagine magnetiche.

C'è un filo conduttore che attraversa la storia: i pensieri peccaminosi, mai del tutto esplicitati, prontamente scacciati in quanto incestuosi. Difficile gestire un'adolescente in preda a sfacciate pulsioni e per di più sconosciuta, nonostante il legame di sangue.

Concludo il post con un ulteriore passaggio del libro, che sa parlare molto meglio di qualsiasi mio commento.

Il segno che mi hai lasciato...
Non ho negato valore alla femminilità, come lo negano, a chiacchiere, quelli che di fatto, poi, ne vivono; l'ho onorata, e nell'unica maniera coerente, che consiste nell'accettarla nella sua oscura totalità e fatalità. Ma restandole esterno: senza pretendere di pentrarla e comrenderla, e cioè di discriminarla, in sostanza, di metterci in 'nostro' ordine, di accoglierne un lato per respingerne un altro. In questa rinuncia, sono stato precoce come Weininger; ero ancora un ragazzo, non consocevo che una o due coetanee, e avevo capito che, di quel mondo, non avrei capito né tentato di capire mai niente.

In una parola: Lussurioso.

Libro vuol dire Libero 
  


Commenti