'L'amante' di M. Duras


La stessa differenza separa la signora e la ragazza con il cappello dall'altra gente del posto. Entrambe guardano i viali dei lungofiume, entrambe sono isolate, sole come regine. Il loro errore è davanti agli occhi di tutti. Entrambe sono votate al discredito per la natura del corpo che hanno, accarezzato dagli amanti, baciato dalle loro bocche, abbandonato all'infamia di un piacere che fa morire, si dice, morire di quella misteriosa morte che colpisce gli amanti senza amore.

Una storia d'amore non convenzionale è quella che trapela dalle righe: lei, fredda adolescente francese cresciuta in una famiglia dove sembra difficile difendersi dal dolore, incontra un ricco cinese, più grande d'età, dai modi cavallereschi di altri tempi e di altri ranghi.
La #follia emerge chiara da tutte le pagine: a partire dalla descrizione della madre, passando per un fratello scellerato, fino a giungere ad una follia più latente, padrona della ragazza stessa. Quella della "bambina bianca" è una follia che, seppure non del tutto palese, viene rapprensentata così bene dallo stile linguistico frammentato, fatto di frasi brevi, che sembrano singhiozzi. Anche la narrazione prosegue saltando da un fatto all'altro, dal presente al passato, dalla voce narrante in prima persona al racconto in terza persona.
Il tutto contribuisce a trasmettere una forte #angoscia.


A me il #film (quello di Jean-Jacques #Annaud del 1992) è piaciuto molto di più

 
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